What the Hell

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CAT_IMG Posted on 25/2/2012, 20:17






Niklaus "Klaus Mikaelson.

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Tutto ormai era cambiato da quando avevo spezzato la maledizione che teneva sopito il mio lato da licantropo, si erano passati ben mille anni quando mia madre, la mia dannata madre mi avevo lanciato quella maledizione, ricordavo ancora perfettamente quel giorno, dove lei sopi la mia licantropia, ed era anche lo stesso giorno in cui le avevo strappato il cuore dal petto, se l'era cercata e aveva ottenuto la punizione che più si meritava.
Avevo lasciato Kol, Elijah, Rebekah e Stefan a divertersi, mentre io avevo deciso di provare a creare i miei primi ibridi, sapevo che in quella foresta c'era un gruppo di licantropi, così avevo deciso di andare e trasformarli, sarebbero stati i miei primi soldati, era di quello che avevo bisogno, di soldati per usarli contro chiunque avrebbe osato sfidarmi nel corso dei secoli, ora nessuno poteva uccidermi, nemmeno una strega, gli unici che potevano farlo erano i miei genitori, ma uno era in un cimitero a Charlotte, mentre l'altra era chiusa in una bara che nessuno poteva aprire, risultato io ero l'essere più forte del mondo, e nessuno poteva sfidarmi senza sapere che l'orologio della sua vita ormai stava battendo le ultime ore.
Arrivai in una radura, la luna piena era appena passata e il branco di licantropi era esattamente dove mi era stato detto, stavano per levare le tende, cosa che non avrebbero mai fatto fino a quando non avessero collaborato con me.
Tutti si girarono a guardarmi, chiedendosi probabilmente chi fossi e cosa volessi da un branco di licantropi, sorrisi nel vedere il capo branco avvicinarmi, la cosa nuova che avevo imparato era che con la mia natura di ibrido potevo anche soggiogare i licantropi, e questo era un bel vantaggio, in pochi minuti erano tutti soggiogati, e tutti immobili pronti solamente ad eseguri gli ordini del nuovo alfa, ovvero io, presto ognuo di loro sarebbe stato pronto a servirmi, visto che tutti quanti sarebbero stati asserviti da me.
Iniziai a far bere il mio sangue a tutti, lasciando solamente quattro di loro umani per usarli come sacca di sangue per quando si fossero svegliati i miei ibrdi, quando tutti ebbero bevuto il mio sangue li uccissi uno dietro l'altro, e mi misi a sedere attendendo i primi risvegli, con intelligenza avevo portato una cassa di birra per ammazzare l'attesa, così mi misi a sedere su di un masso, aspettando e sorseggiando la birra.
Dopo una mezz'ora iniziarono a svegliarsi e li feci bere dai loro compagni, e poi attessi la trasformazione che mi avrebbe dato i miei primi otto ibridi.
Le ore passavano, ma vedevo chiaramente che qualcosa non stava andando come doveva, i miei ibridi perdevano sangue dagli occhi, si stavano dissanguando, e questo non andava per niente bene, l'agitazione e il nervosismo iniziarono presto ad impadronirsi di me, come la rabbia si stava impadronendo dei miei ibridi, iniziarono a diventare aggressivi, e così dovetti sopprimere i primi quattro, staccandogli di netto la testa con la mano, non avrei mai voluto arrivare a tanto, ma probabilmente non sarebbero mai usciti con successo da quella trasformazione.
Attesi speranzoso fino alla fine ma gli ultimi quattro si dissanguarano lasciando la foresta nel silezio sacro della morte, lanciai la bottiglia di birra contro un masso e iniziai ad urlare nervoso del fatto che anche dall' oltretomba mia madre mi stava prendendo in giro, era solo quella la spiegazione, avevo fatto tutto quello che mi era stato detto, avevo ucciso il lupo mannaro, avevo ucciso il vampiro, e avevo completamente prosciugato la doppleganger, non avevo sbagliato niente, eppure qualcosa non tornava, mi misi le mani tra i capelli dando un calcio alla carcassa di una ragazza che ora era solo un fallimento, e la feci volare contro un albero, poi senti il classico rumore di un ramo che si rompeva sotto il peso di una persona e mi bloccai, guardando con attenzione nella direzione da dove avevo sentito provenire il rumore.



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coco.
CAT_IMG Posted on 25/2/2012, 20:55




Arielle Sevi Rivanon03-1
Era una notte particolarmente buia. Il plenilunio era passato e così anche l'apice dei miei poteri. Mentre mi preparavo a staccare dal lavoro al Mystic Grill, lanciai un'occhiata fuori dalla finestra soffermandomi qualche secondo sullo scorcio di cielo che potevo scorgere da quella precisa posizione. Mia nonna mi aveva spiegato che per una strega la luna piena - quando era al suo apice - risultava la fonte di energia per eccellenza. Per questo motivo moltissimi rituali esigevano che vi fosse quella determinata fase lunare. Molte volte mi ero esercitata nel bosco, assieme a mia nonna e avevo potuto constatare con i miei stessi occhi quella teoria. Tuttavia era da un po' di tempo che le mie pratiche magiche avevano subito un certo rallentamento, probabilmente dovuto dal fatto che mia nonna era di nuovo peggiorata. Mi sciolsi i capelli, lasciandoli ricadere lungo le spalle lievemente ondulati verso le punte. Dopo essermi infilata la giacca e aver salutato i colleghi, uscii dal retro subito attaccata da una folata di vento freddo. Mi strinsi del cappotto, nascondendo di poco il capo per ripararmi dal gelo. Alzai nuovamente gli occhi, sentendo qualcosa di strano. Si era trattato di una semplice sensazione, fugace come un battito di ciglia.
Non era tutto un po' troppo silenzioso?
A parte il vociare all'interno del locale, sembrava quasi che la vegetazione e la fauna circostante fosse pressoché inesistente. Questo mi preoccupò non poco. Mi voltai per volgere lo sguardo oltre gli edifici, verso la foresta che costeggiava la città. Sentii dentro la mia testa la voce di mia madre ricordarmi mille e mille volte di tornare a casa subito dopo il lavoro. Eppure, nonostante quegli avvertimenti fossero spuntati fuori per chissà quale ragione, dentro di me provavo un certo disagio. La natura – a cui ero strettamente legata – pareva essersi ritirata da qualche parte. Cosa che normalmente non dovrebbe succedere. Sospirai, decidendo in quel preciso istante di dirigermi nella foresta, per controllare meglio. Non era compito mio far fronte a quelle problematiche, ma quando si tratta di Natura ci andava di mezzo non solo il mio potere, ma anche quello della mia intera famiglia. Mia nonna molte volte mi aveva messa in guardia su episodi in cui la Natura si è rivolta contro quelle persone che hanno abusato dei propri poteri. E non è mai finita bene, questo è certo.
Mi muovevo goffamente attraverso gli alberi, lanciando occhiate in giro e cercando di non inciampare in qualche radice traditrice. Intanto, una parte della mia testa sondava il circondario con l'intenzione di accertarsi che fosse tutto a posto. Più i minuti passavano e più mi rendevo conto che mi stavo avvicinando alla fonte di qualcosa. Non sapevo bene di che cosa precisamente, ma dentro di me c'era qualcosa che si stava scuotendo, irrequieta. Un rumore forte e improvviso mi fece trasalire. Il tempo di chiedermi che cosa fosse successo che mi si presentò davanti agli occhi la scena più raccapricciante di tutta la mia intera esistenza.
Corpi ovunque, esanimi e senza vita. Odore pungente di sangue.
Il primo pensiero fu quello di fuggire e subito però l'orrore era talmente tanto che rimasi ferma lì, immobile come una statua e con gli occhi sbarrati.
Oh cielo.

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CAT_IMG Posted on 25/2/2012, 21:50
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Belinda "Bee" Von Drachenberg
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Era sera. Quella sera scura quanto un velo di morte, quando il colore dei vestiti che erano nell' armadio della vampira. Il cielo era sgombro di ogni nuvola, il vento soffiava leggero, quasi gli umani non lo avrebbero percepito, ma per i vampiri non era così. Ogni cosa si percepiva ampliata. Senzazioni e agenti naturali erano amplificati. La brezza non era dunque un tulle leggero, ma era come il vento, come quello che negli stati Americana piegava alla propria volontà case, alberi e sollevava persone, mezzi di trasporto e li sbalzava, portandoli, a kilometri di distanza. Ecco. Un vampiro era come il vento. Sfuggente, non aveva padrone se non sè stesso, travolgeva ogni cosa che l'agradasse senza dare conto a nessuno. Bambini, uomini o donne erano solamente delle sacche di sangue, come la fonte della vita nelle tante leggende piratesche. Loro erano ciò che erano. Nessuno li avrebbe cambiati, piegati o fermati. La morte era una beffa per i mortali mentre i vampiri non si facevano problemi ad abbracciarla per rispedirla adosso alle persone che l'avevano tanto dedicata a loro. Quanti erano le persone che avevano sperato nella morte di Belinda? Quanti gli avevano giurato esplicitamente dell' agonia prima di venire uccisi? Solo i cani imploravano pietà. Tanti, ed ella ricordava ogni volto, ma non per rimorso, ma per rivivere quei momenti di gloria. Amava la caccia, uccidere, il sangue e mettere fine alle vite delle persone perchè era sempre una scoperta unica, un brivido infallibile. Ognuno di quelli che morivano sotto le mani della vampira, si inventavano una vera e propria parodia dolce, commossa e umidiccia per aspirare ad un perdono, cosa che non sarebbe mai arrivato. Insomma! Erano rare le volte che aveva trasformato qualcuno in vampiro, soprattutto perchè non voleva che poi questi imparassero dalla maestra, facendo ciò che si dice: gli allievi superano il maestro.

Lei doveva essere unica ed inimitabile, ecco perchè aveva quel fisico e quello stile. Era alta, molto per una donna dell' epoca nella quale era stata trasformata. Spalle larghe, muscolose, capelli neri pece, frangia che le copriva un occhio in modo morbido. Trucco pesante, nero, in netto contrasto con la pelle bianca come il latte, enfatizzata dalla stessa vampira, grazie hai tatuaggi che aveva adosso. Eh sì! Era una tatuatrice, d' arte ma anche di fatto. La sua amica, Doria, l' aveva tatuata con la magia e la verbena, usando un inchiosto speciale, realizzando finalmente il sogno di Belinda Von Drachenberg. Origini tedesche ma non era bionda..ahimè! Spiacenti boys pensò masticando cewin gum alla fragola, facendo un pallone tra le labbra, scoppiandolo con la lingua. Teneva lo specchietto in alto, ad osservarsi dentro quell' oblò che tanto gli ricordava quello delle navi. Camminava anche se apparantemente sembrava non avere meta, ma invece l'aveva eccome. Prese dalla tasca un lip gloss rosso, lo svitò e mentre salvata una radice se lo portò alle labbra, passandolo sopra di esse. Rosso. Il colore del sangue, ma anche delle decoltè tacco dieci che indossava. Rosso vernice. Un leggins nero e una maglia lunga fino a metà coscia con scritto in glitter "I LOVE NEW YORK" in caratteri maiuscoli e ben leggibili. Era un souvenir, rubato, del viaggio che aveva appena interrotto e..come poteva non farlo?! Gli erano giunte voci che c'erano interi branchi di licantropi uccisi per opera di due vampiri e uno di questi, si dicesse, fosse l' Ibrido. Non era arrabbiata ma solo un po' delusa perchè Nikllaus non l'aveva contattata. A pensarci bene! Erano da quasi ottant' anni che non lo vedeva, da quando lui si era impegnato con quello Stefan Salvatore per divertirsi. Probabilmente si erano sentiti via telefono parecchie volte e la vampira gli aveva anche raccontato dei duecento tatuaggi, ma era pronta di vedere la faccia di lui quando l'avrebbe vista. Cosa si srebbero detti? Di certo, Belinda, l' avrebbe appoggiato come sempre, poi si sarebbero divertiti un po' insieme.

La forsta la circondava totalmente. Se vi erano delle fronde aperte tra un albero a l'altro facevano passare solo il blu della notte, ma nulla riguardo al sole che in quel momento non c'era. La puzza fresca del muschio era mescolata a quella acre del sangue, della putrefazione, morte, ma anche della birra e di altre cibaglie umane. Sono sulla strada corretta.. pensò chiudendo con un colpo lo specchietto, lanciandolo poi dietro di sè, su quel terreno secco. Ne aveva una valanga di quei cosi a forma di oblò e ringraziava ogni giorno, mille volte, l' invenzione della pietra di lapislazzuli, altrimenti non si sarebbero nemmeno potuti specchiare i vampiri. Ripose il lip gloss nella tasca fermandosi all' improvviso. Socchiuse gli occhi e annusò l'aria. C'era qualcosa di imprevisto sul cammino: qualcuno di umano, ancora vivo. Così in meno di un battito di cilia, la vampira era alle spalle della donna che guardava il grande spettacolo compiuto da Niklaus. Belinda trasformò il viso, poi fece toc toc sulla spalla della ragazza ma prima che si potesse voltare esclamò, con voce roca e cupa "BUH!". Probabilmente sarebbe sobbalzata e la cosa la divertiva a morte, perchè poi l' avrebbe cacciata per tutta la foresta. Successivamente si udirono i vetri di una bottiglia andare in frantumi a pochi passi da quei cadaveri. Belinda rise freddamente, facendo rieccheggiare la risata per tutta la foresta, comparendo accanto a Niklaus. Aveva le mani tra i capelli ma pavere sempre uguale, forse un po' dimagrito? "Tesoro, così ti sciuperai i ricci" pronunciò con un mezzo sorriso tra le labbra.



"Sometimes a dream turns into a dream. A Loner longing for the cadence of her last breath"
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CAT_IMG Posted on 25/2/2012, 22:41






Niklaus "Klaus Mikaelson.

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Mille anni di ricerca, mille anni di attessa per diventare quello che mia madre aveva egoisticamente sopito, per diventare quello per cui ero nato, per riuscire ad essera l'essere più potente e temuto del mondo, si avevo atteso mille anni per diventare ibrido, e la cosa assurda era che ero diventato ibrido solo ed esclusivamente per crearne altri come me, per aver la mia razza, per aver il mio esercito di immortali, e ora tutto sembrava stato vano, ogni anno sembrava sprecato alla vista del mio fallimento, la rabbia la faceva da padrone nel mio intero essere, la rabbia per Esther, per quella dannata strega che anche dall' aldilà, probabilmente a quest' ora si stava facendo grosse risate vedendo il figlio che odiava fallire per merito sua, e in quel momento avrei tanto voluto farla soffrire più di quello che aveva sofferto mentre le strappavo il cuore dal petto.
Il fallimento non lo avevo mai preso in considerazione, speravo che le streghe mi avessero detto tutta la verità su come spezzare la maledizone, insomma avevo fatto tutto quello che mi era stato detto di fare, e i miei ibridi non riuscivano a nascere, la cosa era frustrante, avevo estremamente bisogno di una strega, dovevo scoprire per quale oscuro motivo i miei ibridi non riuscissero a nascere, dovevo scoprire dove sbagliavo o cosa avevo sbagliato.
Mi guardai attorno, mentre la ibrida ormai morta e defunta spiccava il volo verso un albero dopo un calcio, iniziai davvero a spazientirmi, stavo davvero perdendo il controllo, e avevo un estremo bisogno di sapere dove c'era la beffa sul rituale o sulla creazione, Esther non sarebbe mai riuscita a bloccarmi, mai, avrei fatto ogni cosa per creare il mio esercito privato e ci sarei riuscito anche a costo di contattarla e chiederle cosa dovevo fare, mi avrebbe parlato di sicuro e io avrei fatto l'esatto opposto di quello che lei mi avrebbe detto, avevo bisogno dei miei ibridi, avevo bisogno del mio esercito privato per uccidere definitivamente Mikael, non sarebbe riuscito ad uccidermi, sapevo che lui si era ricavato un paletto della quercia bianca prima di bruciarla, cosa che avrei dovuto fare anche io, ma non ne avevo avuto il tempo, Mikael era troppo furbo per farsi uccidere, ma io ci sarei riuscito comunque.
Quando mi voltai nella direzione del rumore, sentii una voce familiare, forse fin troppo, che stava spaventando un essere umano, certo ora come ora non mi importava di un banale essere umano, ero troppo preso per preoccuparmi di un essere umano, ma la voce che avevo sentito era sicuramente quella di Belinda, infatti arrivò davanti a me dopo qualche secondo, la guardai con furia accecante negli occhi, se era venuta a deridermi aveva davvero scelto il momento più sbagliato in mille anni, notando le mie mani tra i capelli mi disse che facendo così avrei sciupato i miei ricci, la guardai.
- Non è il momento Belinda, per niente, se non ti conoscessi da molte vita a quest'ora staresti guardando il tuo cuore. -
Dissi guardandola con serietà, e poi sparii comparendo un istante dopo davanti all' umana che si era incuriosita a quella situazione, la guardai negli occhi per capire meglio le sue intenzioni, sembrava inorridita dalla situazione, e le sorrisi continuando a guardarla negli occhi.
- Cosa c'è tesoro? Ti faccio forse paura? -
Le dissi con un tono tra il divertito e il furioso, infondo cos'altro potevo fare? Per ora niente visto che ormai i miei ibridi erano diventati un totale fallimento, sarei dovuto andare a Chicago da Gloria, lei sicuramente avrebbe saputo dirmi cosa fare, era una strega potente ed io ero sicuro che mi avrebbe aiuto in un modo o nell' altro.



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coco.
CAT_IMG Posted on 25/2/2012, 23:02




Arielle Sevi Rivanon03-1
Sbaglio o ero stata io a volere indagare a tutti i costi? Si poteva dire che ero stata trascinata dal vento e proprio come una foglia inerme nelle sue spire, ero stata condotta in quel posto. In quel momento. Non ho mai creduto alle coincidenze, ma d'altronde non si può fare altrimenti quando si ha a che fare con la magia. Le cose non accadono per caso, era tutto stato tracciato dal destino e se proprio il destino mi aveva condotta lì sicuramente mi attendeva qualcosa di nefasto. Non riuscivo a chiudere gli occhi di fronte a quello scempio, le braccia cominciarono a formicolarmi ostinatamente. Sentivo il mio potere che si agitava come le onde del mare in tempesta. La Natura gridava, si ribellava. Qualcosa era accaduto lì, quasi come se un Dio impazzito avesse fatto giustizia in un modo particolarmente macabro. Non so quante volte aprii e richiusi le mani, stringendo talmente forte da farmi male. Come ancella della Natura, non potevo rimanere impassibile davanti a quello spettacolo. L'emozione era talmente tanta che sentii una lacrima scivolarmi lungo il viso di pallido quasi cadaverico. Tuttavia, non ebbi molto tempo per disperarmi poiché qualcuno – o qualcosa – mi toccò la spalla. Trasalii e costretta a distogliere lo sguardo da quello spettacolo sanguinolento, mi voltai per vedere quale sadico avesse avuto il coraggio di scherzare su una calamità simile.
Probabilmente dimenticai di respirare.
Annaspai poi, indietreggiando di qualche passo. Quel “Buh” neanche lo sentii. Ero troppo scossa da quel viso demoniaco che mi si parò davanti. In quel momento ricordai ciò che una volta mia nonna mi disse a proposito delle creature sovrannaturali. Quella era l'unica volta che misi in dubbio le sue parole. “Non esistono esseri del genere”, avevo risposto. Parole che ora mi rimbombavano nella testa, facendomi girare la testa. Avrei dovuto cercare di riprendermi. Se lo avessi fatto, avrei potuto ricordare ciò che ero. Ciò che sapevo fare.
Potevo difendermi. Potevo fuggire.
Se quella creatura avesse cercato di farmi del male, sarebbe scattato il mio istinto di sopravvivenza e allora non avrebbe potuto neanche toccarmi con un dito. Il problema però rimaneva il fatto che dovevo ancora riprendermi. Poi giunse alle mie orecchie quella risata, fredda e pungente come un mucchio di aghi particolarmente appuntiti. Mi ridestai, puntando il mio sguardo su quella figura notando solo in quel momento che vi era un'altra persona ancora viva. O presunta tale. Dalla disinvoltura con cui la ragazza si rivolse a quest'ultimo e dalla sensazione di morte che percepii al solo guardarli, non ci misi molto a fare l'addizione. E infatti, il tempo di battere le ciglia che la seconda creatura mi si parò davanti, veloce come nessun essere umano poteva essere. Mi domandò se mi faceva paura e a dirla tutta, a guardare lui e quell'altra sua compagna di certo tranquillità non mi trasmettevano. Non risposi, feci piuttosto un altro passo indietro barcollando leggermente. Il cuore che mi tamburellava nel petto, come in preda ad una frenesia incontrollabile. Il solo guardare quel volto, mi faceva sentire male. Era uno sbaglio, una creazione fagocitata da chissà quale bocca dell'inferno. Era un vampiro.
«S-sei stato tu...?»
Le uniche parole che mi uscirono furono quelle. La mia voce era flebile per via dell'agitazione. Lanciai uno sguardo oltre la spalla di quell'essere per guardare ancora una volta quei corpi ormai senza vita. Eppure quella domanda era inutile poiché sentivo – dentro di me – che la risposta già la sapevo. Oh avrei dovuto riprendermi il prima possibile, ma come avrei potuto fare? Magari lanciare un avvertimento. Quegli esseri dovevano sapere che sapevo come difendermi. Che non ero solamente il pasto. Alzai lo sguardo verso il cielo, chiedendo aiuto alla Natura. Se davvero quelle persone erano aberrazioni, non avrei avuto problemi ad attingere potere da ciò che mi circondava. Mi avrebbe protetta, fino alla fine. Il cielo si fece più scuro e quell'unico spicchio di luna che faceva da luce naturale, si coprì. Un rumore poi, un tuono. Mentre il potere fluiva in me, sentivo che anche la paura si faceva meno soffocante. Si, non era tutto perduto.

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CAT_IMG Posted on 26/2/2012, 13:03
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Belinda "Bee" Von Drachenberg
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Belinda conosceva da secoli Niklaus. Egli era stato suo padre, mentore e per un breve periodo pensava di essersene invaghita, ma poi, dopo la morte della propria sorella, aveva compreso che i legami con le altre persone erano il punto debole di ogni vampiro. I vampiri erano una razza superiore rispetto alle altre, come le streghe, gli umani o licantropi. Essi potevano chiudersi nella loro immortalità senza batter cilio, abbracciando il futuro con tutti loro stessi..se non avevano punti deboli. Belinda aveva capito quella lezione quando Mikeal, il padre di Niklaus, gli aveva ucciso la sorella davanti agli occhi. Ella l'aveva trasformata per non sentire la solitudine ma il vero trucco era: conquistare tutto, non pensarci e divertirsi. Riguardo all' ultimo punto, Belinda, era un pò pazza a tale proposito. Aveva amici motociclisti, musicisti rock e metal, clienti nel negzio di tatuaggi a Los Angeles. Si faceva amare ma non amava mai nessuno, anche se non lo dava a vedere. Fingere le riusciva piuttosto bene.

La Vampira fissò Niklaus con quegli occhi scuri, quanto il pozzo più profondo che si potesse trovare. Erano penetranti ma allo stesso tempo non riflettevano mai ciò che la Vampira pensava, perchè a ciò ci pensava la mimica facciale e come inclinava le labbra, o il sorriso, al lato del quale, si formavano due fossette.

CITAZIONE
- Non è il momento Belinda, per niente, se non ti conoscessi da molte vita a quest'ora staresti guardando il tuo cuore. -

La Vampira si portò le mani sui fianchi, spostando il peso sulla gamba destra "Oh ma sei palloso, Nik!" accennò guardandosi attorno. Vi erano corpi ovunque. Aveva sterminato un intero branco, probabilmente per il fatto di divenire Ibrido e ciò lo si capiva dalla pallidità dei cadaveri. I visi rivolti verso l'alto, erano illuminati dalla luce debole della luna e di un fuoco, acceso dai licantropi. Le labbra erano blu, la pelle stava assumendo una colorazione tra il difano e il verdognolo, segno di inizio putrefazione ma anche del fatto che erano morti per dissanguamento. Come faceva a saperlo? Certo! Belinda adorava una volta al mese lasciar dissanguare qualche cadavere, mentre questo implorava pietà o tante altre promesse come Dì a mia moglie che l' amo. Inclinò le labbra verso il basso mimando un Patetico rivolso non a Niklaus ma ai pensieri, ricordi, che gli affollavano la mente. Niklaus lasciò Belinda da sola materializzandosi davanti alla donna che sembrava impaurita a morte. Era pietrificata, con gli occhi non riusciva a far meno di guardare i cadaveri che c'erano in quello spiazzo di radura tra la foresta. I licantropi sceglievano bene dove alloggiare ma facevano sempre lo stesso errore: si spostavano in branco. Trovato uno, li uccidi tutti. Belinda si materilizzò invece alle spalle della ragazza.

CITAZIONE
«S-sei stato tu...?»

Scosse la testa in segno di disapprovazione "Tesoro non si fà cosi..ad una risposta si risponde, non se ne fà un altra" aggiunse usando un tono tra lo scortese e il superiore, accennando solamente un ghigno tra le labbra. Due vampiri contro un umana? Il gioco sarebbe stato semplice ma siccome Niklaus era infelice e arrabbiato, avrebbe lasciato a lui il divertimento. Fissò l' Ibrido "Cosa c'è ne facciamo di lei?" domandò annoiata totalmente, finquando non sentii un tuono squarciare il cielo. Istintivamente sollevò lo sguardo verso l'alto. La luna a mezzo spicchio si era appena fatta coprire dalle nubi comparse da poco. Com' era possibile che il tempo fosse cambiato così repentinamente? Insomma, poco fà c'era un cielo invidiabile, blu intenso, niente nuvole, solo luna e stelle..ed ora? Belinda ridacchiò guardando la ragazza "Zalve streghetta" disse utiilizzando apposta la Z al posto della S. Così avevano una strega tra loro e le cose si facevano divertenti e ovviamente, Belinda come Niklaus, non l'avrebbero temuta..si sperava.

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CAT_IMG Posted on 26/2/2012, 23:41






Niklaus "Klaus Mikaelson.

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Non avevo mai preventivato di ritrovarmi in quella situazione, così sbagliata e assurda che davvero non sapevo cosa fare, si per la prima volta in vita mia non sapevo cosa fare o come comportarmi, il dato di fatto che i miei ibridi non erano altro che un fallimento era proprio davanti ai miei occhi, tutti erano morti, otto licantropi erano passati all'altro lato quando avrebbero dovuto essere dei miei alleati, i miei soldati, e invece ora non erano altro che carne da macello, un tentativo fallito di un folle esperimento, no non poteva averla vita quella vecchia strega di mia madre, quella dannata donna che prima ha ucciso Tatia e che poi mi ha destinato a sopire il mio pieno potenziale, non avrei mai riununciato ai miei ibridi, mai anche a costo di uccidere ogni singolo licantropo sulla faccia della terra, sapevo che c'era qualcosa che non andava, qualcosa che forse avevo sbagliato nel rituale, oppure una cosa che Esther aveva omesso di scrive sul suo grimorio, una piccola cosa che ora come ora era di vitale importanza per me e per il futuro della mia specie.
Continuai a guardare i corpi dei licantropi dissanguati, insieme a quelli senza testa, ovviamente erano stati decapitati da me, avevano inziato a diventare rabbiosi, e a creare problemi, e l'unica maniera era ucciderli, e così avevo dovuto fare.
Poi arrivo una vecchia amica, una ex compagna di marachelle che non vedevo da parecchio tempo, probabilmente avrebbe voluto un dialogo normale, ma quello non era esattamente il momento adatto per una rimpatriata, ero adirato, e avevo una grande voglia di risvegliare mia madre solo per poi ucciderla di nuovo.
Quando le disse che non era il momento, e che doveva ritenersi fortunata sul fatto che ci conoscessimo mi disse che ero pallosso, accecato dalla rabbia la presi per il collo alzandola di qualche centimetro da terra, iniziando a strigere il suo collo con rabbia e forza, avrei potuto ucciderla con un movimente impercettibile, ma la lasciai adare, solamente per il fatto che davvero ci conoscevamo da una vita.
Poi arrivai davanti alla strega, chiedendole se le facevo paura, e lei mi chiese se ero stato io a fare tutto questo, le sorrisi avvicinandomi a lei, mentre Belinda compariva alle spalle della ragazza, un tuono a ciel sereno spacco l'atmosfera, e sorrisi, mentre Belinda faceva capire alla ragazza che sapevamo che era una strega.
Guardai la strega negli occhi e le feci un sorriso maligno, a dire il vero era più un ghigno che un sorriso, mi passai ancora una volta la mano tra i capelli e indicai i corpi.
- Vedi, tutto questo è colpa di una strega, se lei mi avesse lasciato la mia vera natura e mi avrebbe permesso di creare i miei Ibridi, probabilmente ora questi poveri lupi mannari sarebbero come me, dei lupi immortali, e invece, no, voi streghe non siete contente se non interferite vero? Dovete bilanciare la natura no? Una cosa del genere. -
Tornai a guardare il mio fallimento, e solo una cosa mi cresceva dentro inarrestabilmente, la rabbia:
Guardai Belinda, per farle capire che quella strega non sarebbe stata uccisa, era schifata, bè avrebbe divulgato tra le sue simili quello che le avrei detto, così anche le streghe morte potevano riflettere e iniziare a dirmi cosa mancava per avere i miei Ibridi.
- Strega, di a tutte le tue simili, che Klaus, uccidera cento umani e cento streghe per ogni ibrido fallito, e digli anche che quando non rimarra più un licantropo, sterminerò la razza umana, vedi che il messaggio arrivi anche nell' altro lato, e ricordardati ucciderò anche ogni singola strega che si metta tra me e il mio scopo. -
Avrebbe dovuto restare in vita per portare il messaggio, sapevo che le streghe vive o morte tenevano agli umani e alle loro simili, avrei fatto leva proprio su questo, finchè non avessi scoperto come creare i miei ibridi.


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coco.
CAT_IMG Posted on 27/2/2012, 00:33




Arielle Sevi Rivanon03-1
Ormai i battiti del mio cuore scandivano i secondi che avrebbero potuto essere benissimo i miei ultimi. Peccato, avrei voluto fare tante cose nella mia vita e in cima alla lista c'era quella di riuscire a stabilire le finanze della mai famiglia e di vedere nuovamente mia nonna e mia madre prima di andarmene. Oh, andiamo chiunque avrebbe cominciato a fare testamento in una situazione del genere. Peccato che io non ero chiunque, ma avrei potuto avere due possibilità su un milione di sopravvivere piuttosto che zero. Dovevo solamente fare affidamento sul mio potere e su ciò che ero in grado di farci. Mi sarei prosciugata pur di avere una possibilità di tornare a casa ancora con il cuore nel petto.
Viva.
Sentii il mio potere ribollirmi nelle vene, scombussolandomi a causa dell'impetuosità con cui mi aveva colpita non appena lo avevo attivato. Non avevo mai usato il mio pieno potere, poiché mia nonna mi aveva avvertita che non solo avrei rischiato di causare qualche calamità naturale se avessi perso il controllo, in più avrei anche potuto perdere la vita. Beh, se dovevo scegliere se morire per mano di quegli esseri o morire tentando di salvarmi la vita... non avevo alcun dubbio. Quasi non sentii ciò che la donna disse. A parte che ero concentrata su come vedere l'alba del giorno successivo, sinceramente i loro battibecchi erano ininfluenti, per me povero essere fragile. L'unica cosa di cui ero certa era che non volevo assolutamente finire in mezzo a quel mucchio di corpi scomposti. No, mi sarei opposta con tutta me stessa. Successivamente, anche la donna si avvicinò a me rimproverandomi sul mio rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Sembrava che quell'essere si trovasse fin troppo a proprio agio in quella situazione, come se si stesse divertendo. Il che mi fece storcere lo stomaco talmente tanto che per un secondo mi mancò il respiro. Tuttavia, per quanto non volessi immischiarmi in quella storia, quando quell'uomo prese per il collo la sua simile, sentii la pelle d'oca l'ungo le braccia e alla base della schiena. Non dovevo dare di matto, non dovevo perdere la concentrazione. Quando la lasciò andare io ripresi a respirare. Un altro tuono proruppe prepotentemente tra di noi e quella donna, con una risata mi salutò con l'appellativo “streghetta”, segno che aveva capito. E così anche quell'uomo. Mi si avvicinò nuovamente, rivelandomi a grandi linee che cosa era successo. C'entrava una strega e un incantesimo. Però non era andato bene e delle persone... no, dei lupi mannari, avevano perso la vita.
Colui che è sia un vampiro che un lupo mannaro... un ibrido. Il solo pensiero mi fece accapponare la pelle. In che razza di situazione ero finita?
«La Natura è già stata sbilanciata. Quello che vedo è solamente morte.»
La mia voce giunse spezzata, flebile. Non poteva essere che avessi avuto il coraggio di controbattere però non ero riuscita a fare altrimenti. Ribollivo di rabbia, ma soprattutto sentivo dentro le grida della Natura stessa che, impotente, non è riuscita a fermare quello scempio. Poi, a quella minaccia, il mio sguardo si fece vacuo per qualche secondo. Diceva sul serio, lo si poteva capire dai suoi occhi. Impassibili e gelidi, taglienti come una lama di un pugnale. Gli occhi di un assassino. E in quel momento capii che cosa dovevo fare. Niente capita per caso.
Mai.
«Porterò il tuo messaggio.»
Le nuvole in cielo si diradarono in fretta, così come erano arrivate. Però non mi mossi. Avevo capito che cosa dovevo fare, ma soprattutto che non sarei morta finché avessi adempiuto a ciò che quell'essere mi aveva detto di fare. Per quanto sembrasse assurdo, quel pensiero mi rassicurò per quanto possibile in quella circostanza.
«Un incantesimo è irreversibile, non vi sono trucchi o inganni. E per quanti massacri voi possiate compiere, l'errore rimane a chi lo ha eseguito e questo non cambierà.»
La mia voce si era fatta più ferma e dopo quella specie di riflessione, mi voltai – forse un po' più tremolante di quanto mi aspettassi – e mi incamminai verso la foresta. Non sapevo se quella mia frase avrebbe potuto peggiorare la situazione o meno, però richiamai il mio potere per ogni evenienza. Quell'essere, quel Klaus, avrebbe anche potuto decidere di trattenermi, cambiando idea. Ma che cosa potevo farci? Le parole erano uscite da sole. A volte ero molto più simile a mia nonna di quanto non mi fossi mai aspettata. Il sangue freddo in determinate situazioni lo avevo preso sicuramente da lei.

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CAT_IMG Posted on 27/2/2012, 23:31
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Belinda "Bee" Von Drachenberg
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Il cielo sembrava più scombussolato di tutta la situazione. Le nuvole lo stavano affollando con molta facilità come se tanti umani stessero prendendo d' assalto un espositore per via di un offerta vantaggiosa. La luna e le stelle sembravano una cosa passata, così piccole ed indifese in confronto alle nubi grige plublee che si distinguevano ammassate tutte vicine. Le nuvole eran un po' come i vampiri..non trovate? Quando c'era sangue, tutti venivano a bizzeffe, beffandosi altamente delle conseguenze, ridendo in faccia con quella maschera da falsi che loro stessi si costruivano. Tutt' ora, Belinda, si domandava a come aveva fatto a non cambiare il proprio nome nel corso dei secoli, tranne per il caso eccezziona di adottare quello della sorella. Esattto! Il vero nome della vampira era Julia, pruniciato però alla spagnola con quel suono soffiato e di gola, che era del tutto particolare. Un nome, veramente particolare ed odioso, che non aveva mai portato a nulla. Assumere il nome della sorella era stata come tenerla ancora in vita, nonostante fossero esattamente gli opposti, come il bianco e il nero e Belinda era quest' ultimo. Era la persona peggiore che si poteva incontrare, come Niklaus, in fondo. Qualcosa li accomunava fin da sempre ma era difficile vederlo con gli occhi perchè nessun avrebbe mai discusso nulla su entrambi. Belinda guardò con gli occhi scuri l' Ibrido. Gli era infatti ben strano che egli non l'avesse punita per l' affronto e quando lo fece, Belinda si lasciò sfuggire dalle labbra un sorrisetto spontaneo e divertita. Infatti, davanti allo sguardo della Strega, Niklaus l'aveva afferrata per il collo sollevandola di qualche centimetro da terra. La presa di lui era salda, così ben forte che se avrebbe continuato a stringe gli avrebbe spezzato le ossa del collo, e nonostante ciò, Belinda era glaciale. Non mosse un muscolo, sostenendo solo lo sguardo di lui come se volesse dirgli Avanti! Fallo! Non ti farà sentire meglio, scemo!. Poi egli la lasciò andare ritornando alla Strega che era decisamente fuori luogo in tutto quel complesso. Insomma perchè mai una Strega, il cui nome ancora sconosciuto, sapendo che nella foresta si nascondevano cose pericolose, si avventurava da quelle parti? Che avesse uno scopo? Che era stata mandata da qualcuno? Belinda fece roteare la testa per riprendere contatto con la realtà mentre il dolore della presa spariva lentamente. Ella era abituata al dolore, visti i tatuaggi che non erano stati una passeggiata, e poi era vecchia..molto vecchia. Niklaus iniziò poi a fare contatto con a Sterga farfugliando che le strega portavano equilibrio e altre tante balle. Era evidentemente scosso e come dargli torto, poveretto! Poi egli guardò Belinda come per fargli capire che non doveva ucciderla. La Vampira si materializzò accanto a Niklaus, mentre questi gli diceva di portare un messaggio alle sue simili e anche alle antenate nell' altro lato. Belinda fissò la ragazza, come se ne fosse inviperita. Che gusto c'era a non poter dare la caccia ad una strega? Nessuno! "Io lo ringrazierei, è stranamente buono oggi..se fosse per me saresti già bruciata al rogo" disse poi guardandola un ultima volta per poi voltarsi, dando le spalle ad entrambi e mettendosi a camminare per la radura. Ad ogni cadavere che si trovava tra i piedi, la vampira, dava un calcetto nel costato, costatando che erano realmente morti e invece a quelli senza testa, ci passava sopra con le scapre arrivando ad un frigobar. Lo aprii e ne estrasse una bottiglia di birra. Ruppe il collo contro il tronco dell' albero e poi se la porto alle labbra bevendo, senza preoccuparsi di tagliarsi le labbra, appoggiando il fondoschiena all' albero e guardando schifata Niklaus che se ne stava a parlare con una strega che delirava, dicendo cose legate alla natura. Oh avanti! Che palle!

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Niklaus "Klaus Mikaelson.

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Era tutto così sbagliato quella notte che avrei davvero distrutto tutto quanto, avrei staccato teste per ore, urlato e imprecato in tutte le lingue del mondo, non poteva essere vero, Esther non poteva prendersi gioco di me in questo modo, non ora che avevo spezzato quella dannata maledizione che lei stessa mi aveva gettato oltre mille anni fà, già, anche dall' aldilà mia madre si stava prendendo gioco di me voltandomi le spalle come aveva fatto quando era in vita, ogni volta, lei era così, mi voltava le spalle ogni volta, specialmente quando mio padre mi prendeva e mi puniva per ogni tipo di cosa, anche quando non ero stato io a farlo, già Mikeal era così, se qualcosa non gli andava la colpa era mia, e Esther non aveva mai fatto nulla per proteggermi, era mia madre eppure non si era mai esposta per me, aveva sempre lasciato fare mio padre, anche la volta che tagliò la testa al mio cavallo preferito, già io non potevo fare nulla se non rischiare che Mikael mi uccidesse, ma ora la storia era cambiata, ora sarei stato io ad ucciderlo, lo avrei fatto una volta per tutte, ero stufo della sua persecuzione era ora che tutto finisse.
Guardai la strega mentre mi spiegava dell' equilibrio della natura, dicendomi che era già stato rotto, e che non c'era modo per rompere la maledizione o per inventirla, la guardai negli occhi.
- Basta, tutte queste chiacchere mi annoiano, vedi di trovare un modo con tutte le tue simili, o vi spedirò all' inferno una dopo l'altra, e credermi ci riuscirò, ho ucciso con facilità la strega Originale oltre mille anni fà, farlo con voi sarà una passeggiata, ma prima distruggerò la vostra amata natura, ridurrò questo mondo in polvere se non mi ridarete ciò che mi avete tolto con le vostre mani. -
Dissi con rabbia guardando la strega, mentre Belinda, le spiegava che lei l'avrebbe bruciata dicendole che era stata fortunata perchè sembravo buono oggi, mi girai di scatto verso Belinda, che ora era al mio fianco.
- Non sono buono Belinda, sono furioso, i miei ibridi sono un fallimento, mia madre mi stà prendendo in giro anche da morta e non è il momento per fare dello stupido umorismo. -
Le dissi e poi notai che la strega mi diede le spalle, per andarsene, mentre mi diceva che l'errore rimaneva anche se avrai massacrato tutti, gli appari davanti prendendola in braccio e andando vicino a Belinda, sbattendola a terra, e guardandola negli occhi.
- Se è così, se davvero l'errore rimane dammi un buon motivo per farti uscire da questa foresta, dimmi perchè non potrei iniziare la caccia alle streghe in questo momento. -
Le dissi con voce glaciale guardandola negli occhi, non sarebbe riuscita a farmi niente, l'avrei uccisa prima che avrebbe provato a fare anche la minima mossa, conoscevo perfettamente le streghe e sapevo se una era tanto pazza da attaccarmi, e lei sembrava una che tenesse alla propria vita.



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CAT_IMG Posted on 28/2/2012, 00:44




Arielle Sevi Rivanon03-1
Io non conoscevo il rito di cui quella creatura aveva solamente accennato per illustrarmi la situazione. Non potevo sapere che cosa avesse sbagliato, ma ero sicura che qualcosa era andato storto. Come avevo detto, gli incantesimi sono irreversibili una volta lanciati, ma se davvero si voleva spezzarli in qualche modo, tutto doveva essere eseguito alla perfezione. Non erano permessi errori. E a seconda di tutti quei corpi di cui non avrei dimenticato neanche il più piccolo particolare, sicuramente qualcosa era andato storto. Ovviamente non ero né una veggente né altro, ma di stregoneria me ne intendevo. Non facevo altro che studiare i grimori delle mie antenate, molti dei quali avevano origini molto più antiche della storia stessa. Per questo mi ero sentita in diritto di parlare, non quando qualcuno insozzava in quel modo la Natura. Quell'essere non avrebbe neanche dovuto essere lì, davanti a me. Eppure c'era e questo non potevo più negarlo. La donna, manteneva sempre quel cipiglio spavaldo, di chi è in cima all'universo. Mi disse che ero fortunata a non essere già morta, che il cosiddetto Klaus era fin troppo buono quella notte. Non volli guardarla neanche. Per quanto sentissi ancora una profonda paura lungo tutto il corpo, avevo capito che il vero burattinaio della situazione era quell'uomo. Lo stesso uomo che ancora una volta mi minacciò di sterminare me e tutte le altre streghe. Mi sentii rabbrividire sotto quello sguardo rabbioso, sapevo che lo avrebbe fatto. Ne ero certa. Quella creatura era veramente imprevedibile, in preda alla furia del suo fallimento, sembrava che quasi non riuscisse a ragionare. Sfogava la sua frustrazione sia su di me – povera malcapitata – che sulla sua sadica compagna. Che intanto si stava divertendo a mollare calci sui quei poveri corpi. Trattenni un moto di puro disgusto, mascherandolo dietro un'espressione apparentemente neutra. Dentro di me intanto vi era una vera e propria bufera. Non avrei potuto vincere in uno scontro aperto, anche perchè loro erano in due ed estremamente agguerriti, però magari in un momento più propizio... ad ogni modo, non feci in tempo a voltarmi e a fare quindi un passo, che mi sentii afferrare un braccio all'improvviso e ancora prima di capire che cosa stesse succedendo, mi ritrovai a terra. Udii appena ciò che Klaus aggiunse subito dopo. Sbattei le palpebre più volte, cercando di capire come avevo fatto a finire per terra. No, era troppo forte per me.
«Non posso darti un buon motivo se non vuoi ascoltare.»
Risposi sentendo il corpo scosso da qualche tremore. Avevo sbattuto la spalla ed ora un dolore sordo si stava propagando nella zona in cui avevo urtato. Però se volevo vivere, avrei dovuto dargli una risposta che avrebbe potuto convincerlo a risparmiarmi. Ma per farlo, dovevo cercare di calmarmi, ma soprattutto di liberare il cervello dal dolore e la paura che stavo provando.
«Non conosco il rituale, ma se ti è stato assicurato che avrebbe funzionato allora qualcosa è andato storto. Noi streghe non tendiamo a mentire
Parlai con la voce spezzata, ma alzai comunque lo sguardo su quel vampiro, guardandolo in volto. Ero sincera, anche perchè ero quasi certa che se avessi osato mentire, mi sarei aggiunta a quella pila di corpi esanimi nel giro di un secondo scarso.

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CAT_IMG Posted on 28/2/2012, 23:24
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Belinda "Bee" Von Drachenberg
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La Vampira rimase immobile vicino a quell' albero. Appoggò al tronco di esso anche un piede, piegando il ginocchio e guardando la scena divertita. Niklaus aveva fatto davvero un ottimo lavoro riguardo all' uccidere tanti licantropi, anche se lo aveva fatto involontariamente visto che egli erano morti per via della maledizione. Belinda era stata la prima ad essere creata dall' Ibrido per cui sapeva a fondo la storia della loro famiglia. Essi erano arrivati a Mystic Falls per via della pestilenza, poi avevano abitato per un po' con i mannari, finquando Niklaus non era andato ad osservarli fuori dalle grotte che dovevano proteggerli e aveva fatto uccidere un fratello. Poi c'era il capitolo triste e straziante della madre che faceva la sgualtrina e così Mikeal la uccise, per modo di dire, visto che era stato Niklaus, secondo i pittogrammmi di una delle grotte più antiche che si trovavano sotto la foresta di Mystic Falls. Dopo quella vicenda i fratelli di lui si erano dispersi, tutti tranne Elijah e Rebekah, che erano rimasti accanto all' Ibrido finquando non si era manifestata la seconda doppleganger e allora, il maggiore, aveva tradito Niklaus per Katrina ma egil era stata più furba e così aveva tradito anche Elijah, rendendoselo nemico..insomma un circolo vizioso! Troppo complicato da pensare e anche da immaginare, eppure era successo. Belinda era da otto secoli accanto a Niklaus e avrebbe continuato a farlo, non per asservimento, ma per divertimento e per sostegno morale. Insomma..nessuno credeva in lui. La Vampira bevve altri due sorsi dalla bottiglia di vetro verde. Il sapore del sangue con la birra si mescolava alla perfezione, mentre le ferite sulle labbra di lei si rimarginavano. Purtroppo non aveva mai imparato a stappare le bottiglie di birra e così ne rompeva sempre il collo, rendendole delle armi taglienti.

CITAZIONE
- Non sono buono Belinda, sono furioso, i miei ibridi sono un fallimento, mia madre mi stà prendendo in giro anche da morta e non è il momento per fare dello stupido umorismo. -

"Sbatterò la tua testa contro tutti gli alberi del bosco, così che l' ira sparisca e tu possa essere lucido per vedere quello che vedo io" disse indicando la strega con un cenno della testa. Poi riprese a bere la birra scolandosi tutta la bottiglia, buttandola poi a terra, mandandola in frantumi. "La Strega potrebbe aprire la porta tra questo mondo e l'altro, così che chi è morto torni in vita e tu potrai fare due chiacchere con la Strega mentore di tua madre" disse sollevando l' indice verso l' alto come se volesse contare "Altrimenti la Streghetta saprà un incantesimo per rintracciare le persone o far vedere dove esse sono. Sai tipo, una grande bacinella dentro cui guardare.." disse con frivolezza solevvando il secondo dito. Ora era il turno della terza idea "Fatti portare indietro nel tempo, così che tu possa seguire te stesso e vedere che diavolo è successo" disse facendo spallucce andando a prendere un altra birra, aprendola alla stessa maniera di quella preccedente "Oh insomma..se tu l' esperto di stregoneria..per me..o le uccido o..le uccido. Generalmente non ci parlo nemmeno" disse mentre vedeva Niklaus afferrare la ragazza per il braccio a buttarla a terra vicino a Belinda. La Vampira non perse l' occasione per comparire affianco alla donna, straiata anche lei per terra, tenendo il busto sollevato con un gomito "Buh!" disse, non perdendo nuovamente quell' occasione. A volte era terribilmente infantile anche se solo chi la conosceva bene, sapeva che Belinda era sotto sotto una vampira calcolatrice e spietata che si divertiva solamente ventiquattro ore su ventiquattro.

CITAZIONE
Noi streghe non tendiamo a mentire.

A quelle parole, Belinda rise sonoramente passando la bottiglia di birra alla strega "Peeeeh! Sbagliato" disse imitando il suono di una trombetta di quelle che si usavano per i compleanni "Hai detto la più grande cavolta del secolo, Bella" disse sbuffando per poi alzarsi in piedi, riprendendosi la birra.

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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 14:29






Niklaus "Klaus Mikaelson.

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Come sempre le streghe riuscivano a decidere il destino delle cose, volevano bilanciare la natura, bè se non mi avrebbero detto il perchè i miei ibridi non erano in vita, io avrei completamente sballato la natura, ogni singola forma di vita sarebbe stata portata verso l'estinizione, non mi importava di niente, io volevo la mia razza ad ogni costo.
Belinda mi disse che mi avrebbe sbattuto la testa fino a farmi tornare in me, iniziando a dire cose davvero assurdo, come farmi mandare indietro nel tempo, ma una cosa l'aveva detta giusta farsi che una strega potesse contattare Ayanna, anche se l'incantesimo era stato fatto da mia madre, forse lei avrebbe potuto aiutarmi meglio di Esther, ma sapevo perfettamente come era fatto la prima delle Bennet, e non mi avrebbe mai e poi mai aiutato.
- Sia Ayanna che mia madre non mi aiuterebbero mai, ma conosco il modo, devi sapere che le streghe morte tengono a proteggere la loro famiglia, così se non mi aiuteranno, ogni linea di sangue si interromperà, ucciderò ogni singola strega, così gli esserei sovrannaturali potranno distruggere gli umani. -
Dissi divertito guardando Belinda, in mille anni di esperienza avevo imparato che le streghe cercavano sempre di fregarti, l'unica che mi era stata davvero fedele era Greta, ma ora era morta il che era davvero un peccato, visto che mi sarebbe servita di più da viva.
Poi mi girai verso la strega che mi disse che non poteva darmi una valida motivanzione se io non ascoltavo, la guardai negli occhi mentre mi diceva che non conosceva il rituale, ma che le streghe non mentivano dicendomi che qualcosa doveva essere andato storto, impossibile.
Belinda canzonò la strega sul fatto che non mentivano, alzai la mano per far si che smettesse di parlare, e mi avvicinai alla strega fino ad arrivare a pochi centirmetri da lei.
- Niente è stato sbagliato, io sono diverso è ora te lo dimostrerò. -
Tramutai il mio viso, mostrandole il classico volto da vampiro con però l'aggiunta degli occhi da licantropo, poi tornai normale e le sorrisi.
- Voi mi reputate un abominio, quindi per mantenere il vostro prezioso equilibrio siete pronte a tutto, quindi, ora ti spiego, ho ucciso il licantropo, ho ucciso il vampiro e ho ucciso la doppleganger, il rituale è stato compiuto perfettamente eppure il risultato lo vedi tu stessa, tutti i miei ibridi sono morti. -
Dissi con voce crescente.
- HO FATTO TUTTO QUELLO CHE MI E' STATO DETTO. -
Dissi urlando, ero completamente adirato, non riuscivo a controllarmi, avrei potuto uccidere tutte e due le ragazze che erano lì in quel momento in meno di un secondo, ma avevo ancora bisogno di loro, specialmente della strega, metre per Belinda bè, lei non mi aveva mai tradito e non si meritava la morte per ora.


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coco.
CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 18:24




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Non avevo più idea se sarei riuscita a superare quella notte viva. Rimanere in quella incertezza era una sensazione insostenibile, quasi superiore alla paura o qualsiasi altra emozione che avevo provato in quel breve lasso di tempo in cui la mia vita aveva preso una piega completamente diversa da ciò che mi sarei mai potuta aspettare. Vampiri, lupi mannari... santo cielo come avevo fatto a non credere a mia nonna? Dopotutto io stesso ero qualcosa di sovrannaturale eppure lo avevo accettato così, senza troppe riserve. Questo mi fece pensare che inevitabilmente le streghe sarebbero sempre state legate dalle altre creature sovrannaturali, costrette o meno. Lanciai un'occhiata alla donna, mentre cercavo di tirami su. Pensai che non vi fosse suono più irritante al mondo della sua voce. Quella nota svogliata, strafottente e canzonatoria era un insieme di malvagità pura e mi chiesi cosa esattamente se l'essere un vampiro portasse automaticamente perdere ogni emozione umana, ogni buonsenso. Non era niente più che un demone con sembianze umane, per me. Invece per quanto riguardava l'uomo – o Klaus – in lui non vedevo nient'altro che il desiderio di raggiungere il proprio scopo, senza doversi preoccupare di quante persone erano morte o che sarebbero morte in futuro pur di arrivarci. Però se la donna mi irritava, lui incuteva un vero e proprio terrore. Forse inconsciamente sapevo che se avessi lo avessi affrontato, non avevo alcuna possibilità di sopravvivere, mentre con quell'altra creatura si. Era la sua impulsività a renderla debole. Approfittai del loro nuovo scambio di minacce o semplici e cattivi convenevoli, per massaggiarmi la spalla e tentare di rimettermi in piedi nuovamente. Sobbalzai quando lei buttò a terra la bottiglia da cui stava bevendo mandandola in frantumi, però mi diede anche la forza di riassumere una posizione eretta anche se con qualche difficoltà. Ascoltai ciò che aggiunse sul mio conto e su ciò che potevo fare. Mi era fin troppo chiaro che quella donna non sapeva quasi niente di stregoneria. Senza un catalizzatore, un oggetto appartenuto alla persona che si intende trovare o stabilire un contatto, era impossibile fare la metà delle cose che aveva proposto. In più... tornare indietro nel tempo? Quella era una sciocchezza. Noi non potevamo piegare il tempo a nostro piacimento e anche se fosse stato possibile, sarebbe andato contro a tutte le leggi. All'equilibrio.
«Per me e la mia famiglia funziona così. Siamo corretti in ciò che facciamo, ma la controparte è la prima a mentire, allora niente ci vieta di farlo a nostra volta.»
Mi rivolsi restando in piedi con una certa difficoltà essendo ancora scombussolata. Mi girai verso Klaus subito dopo, che aveva parlato avvicinandosi nuovamente a me. Lo ascoltai con un velo di timore che mi aleggiava lungo tutto il corpo. Sapevo che sarebbe accaduto qualcosa di cui non sarei mai più riuscita a dimenticare. E infatti, mi mostro il suo vero volto. Canini lunghi come i vampiri e un viso tramutato in una maschera demoniaca con l'aggiunta di inquietante occhi gialli. Era veramente un ibrido, era sbagliato. Tutto quello che avevo visto era sbagliato. Scossi il capo, incredula di fronte a quello spettacolo. Mi irrigidii però quando lui ricominciò a parlare di ciò che aveva fatto, del rituale e alla fine urlò di aver fatto tutto ciò che gli era stato detto di fare. Eppure, qualcosa non aveva funzionato. Non sapevo cosa, non sapevo cosa poter offrire per poter vivere. Di fronte a quel baratro in cui ero finita, non avevo niente per poter salvarmi la vita. Sarei morta semplicemente perchè non sapevo cosa fare.
«Cosa devo fare per continuare a vivere?»
Domandai alla fine con voce strozzata. Non volevo morire, non ora e non in quel modo. Mi rifiutavo con tutto il mio corpo e tutta la mia mente di lasciare questo mondo. Non alla mia età. Era sbagliato, tutto sbagliato!

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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 21:08
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Belinda "Bee" Von Drachenberg
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Belinda con una nuova bottiglia di birra tra le mani riprese a camminare per i cadaveri iniziando a pensare a come se ne potevano sbarazzare, anche se sapeva che Niklaus non era uno di quelli che copriva le proprie tracce..anzi! Più una cosa era spettacolare per lui e più era megliore. Era come una grande visione teatrale, più costumi, luci, testo e attori erano bravi e belli e più avrebbero attirato l' attenzione degli spettatori e per Niklaus era uguale. Non aveva mai avuto molte persone che lo ammirassero, soprattutto perchè egli o le uccideva tutte oppure le soggiogava agli ordini, pur di avere ogni cosa che desiderava. Belinda si sdraiò su una di quelle sdraio da campeggio che avevano portato i licantropi, come le tende, i frigo bar e tanto altro. Niklaus scosse la testa di fronte alle cose che ella gli aveva proposto e rispose semplicemente dicendo che avrebbe ucciso tutte le streghe.

CITAZIONE
- Sia Ayanna che mia madre non mi aiuterebbero mai, ma conosco il modo, devi sapere che le streghe morte tengono a proteggere la loro famiglia, così se non mi aiuteranno, ogni linea di sangue si interromperà, ucciderò ogni singola strega, così gli esserei sovrannaturali potranno distruggere gli umani. -

"E io ti darò una mano volentieri.. disse sogghignando, bevendo dell' altra birra, gustandosela totalmente. Era tedesca e la birra era stata affinata dalle tribù germaniche ed ora ne erano anche i migliori produttori al mondo. Belinda si dondolò sulla sdraio, sollevando solamente la punta della scarpa, guardando la sterga che era terrorizzata quando Niklaus gli mostrò il viso trasformato e urlò contro, preso dalla rabbia. Il viso di un vampiro era la cosa più bella al mondo. Le venuzze che si gonfiavano sotto gli occhi, lo sguardo scuro e i canini fuori dalle labbra, che si impregnavano di scarlatto ad ogni vita che strappavano. Non c'era creatura perfetta che li eguagliasse ma soprattutto che si poteva trasformare come loro senza provare dolore e Belinda odiava il dolore, per cui era felicissima di essere una vampira. Continuò a bere la birra restando a guardare ciò che sarebbe successo tra Nik e la Streghetta.

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