Victoria "Viktoriya" Leclerq Mystic Falls. La terra sulla quale gli Originali avevano messo piede per primi, abitando qui da prima che esistesse il nuovo continente. Elijah tante volte gli aveva raccontato le sue origini, come era nato, la propria famiglia, della quale la stessa Viktoriya aveva 'assaggiato', nel modo meno carino, uno dei membri, ovvero Niklaus. Così si ritrovava ancora a camminare su quella terra, arida, fredda, coperta di nebbia ed umiidiccia, come nel passato..come nel 1840 quando era venuta sotto falso nome di Contessa Fell, una lontana parente che non era mai esistita a dirla la lunga ed era rimasta solo per qualche anno, finquando non c'era stato il disastro della cripta. Ora..ora era in città per fare una sorpresa ad Elijah. Voleva stupirlo come sempre ma aveva deciso comunque di prendere prima confidenza con chi abitava nuovamente quei territori. Così quella sera, dopo aver lasciato i propri bagagli in hotel, aveva deciso di andare a cacciare perchè aveva fame. Dopo tutto chi poteva reprimere la sete di sangue? Nessuno e tutti potevano essere solo dei pazzi a provar a fare ciò. Lei aveva provato a cacciare solo animali ma era finita per sentirsi peggio di come si era sentita tante altre volte. L'eternità non era sempre positiva, c'erano momenti in cui si cadeva in un baratro abissale e solo con la forza delle persone che ti stanno attorno potevi tornare. Viktoriya indossava quella sera il compelto con la quale aveva viaggiato la mattina, come una vera donna, su un treno che l'aveva portata fin lì. Era un completo di chasmere bianco sporco, giacca e gonna a tubino, una camicetta molto leggera in raso rosso, si faceva spazzio tra la giacca. Al collo una svariata quantità di fili di perle vere che l' adornavano e che erano in perfetto coodinato con le mollettine che aveva in testa, a tener fermi quei ricci castano ramato. Pelle difana, labbra rosse, occhi ghiaccio. Era un quadro perfetto per una donna che aveva una certa età e che, non come lei, era stata trasformata quando aveva solamente diciotto anni per errore casuale. Una pochette rossa era chiusa tra le mani di lei, dentro di essa vi era la chiave dell' hotel, magnetica e qualche spicciolo che non usava mai. Era avara. Era un suo difetto..avara e possessiva. Piuttosto soggiogava, ma raramente pagava con del denaro qualunque cosa. Molte volte il suo comportamento era stato ammonito da Elijah ma, alla fine, anche lui si era arreso di farle capire cosa era giusto e cosa era sbagliato e quindi lei faceva di testa sua. Con passo lento, elegante e cadenzato, spalle diritte e mento sollevato, da vera donna di un altra epoca, iniziò a camminare per le strade di Mystic Falls. Nulla era come allora, tutto era più moderno e meno decadente, anche se ne passato si viveva decisamente meglio. Avanzò, finquando su una panchina non trovò una coppietta che si scambiava parole dolci. Viktoriya si avvicinò, soggiogò la donna che si voltò dall' altro lato e infine bevve dal ragazzo, facendo attenzione a non sporcarsi il vestito e non ucciderlo. Una volta sazia, ritirò i canini, si pulii le labbra con un fazzolettino di carta e lo buttò nel cestino, lasciando in pace quella coppietta. Ella era di animo poco socievole, piuttosto solitaria, per cui camminò sola finquando non arrivò nella piazza centrale. Guardò le scale della chiesa, salendo con lo sguardo fino a fissare il grande quadrante rotondo dell' orologio. Mezzanotte pensò appena scoccò quell' ora e i rintocchi si fecero sentire per tutta la piazza e lei rimase lì così, ad ammirare l' orologio come se era la prima volta che lo vedeva.