Sh! Don' t hurt me..

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CAT_IMG Posted on 28/2/2012, 00:10
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Victoria "Viktoriya" Leclerq
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Mystic Falls. La terra sulla quale gli Originali avevano messo piede per primi, abitando qui da prima che esistesse il nuovo continente. Elijah tante volte gli aveva raccontato le sue origini, come era nato, la propria famiglia, della quale la stessa Viktoriya aveva 'assaggiato', nel modo meno carino, uno dei membri, ovvero Niklaus. Così si ritrovava ancora a camminare su quella terra, arida, fredda, coperta di nebbia ed umiidiccia, come nel passato..come nel 1840 quando era venuta sotto falso nome di Contessa Fell, una lontana parente che non era mai esistita a dirla la lunga ed era rimasta solo per qualche anno, finquando non c'era stato il disastro della cripta. Ora..ora era in città per fare una sorpresa ad Elijah. Voleva stupirlo come sempre ma aveva deciso comunque di prendere prima confidenza con chi abitava nuovamente quei territori. Così quella sera, dopo aver lasciato i propri bagagli in hotel, aveva deciso di andare a cacciare perchè aveva fame. Dopo tutto chi poteva reprimere la sete di sangue? Nessuno e tutti potevano essere solo dei pazzi a provar a fare ciò. Lei aveva provato a cacciare solo animali ma era finita per sentirsi peggio di come si era sentita tante altre volte. L'eternità non era sempre positiva, c'erano momenti in cui si cadeva in un baratro abissale e solo con la forza delle persone che ti stanno attorno potevi tornare. Viktoriya indossava quella sera il compelto con la quale aveva viaggiato la mattina, come una vera donna, su un treno che l'aveva portata fin lì. Era un completo di chasmere bianco sporco, giacca e gonna a tubino, una camicetta molto leggera in raso rosso, si faceva spazzio tra la giacca. Al collo una svariata quantità di fili di perle vere che l' adornavano e che erano in perfetto coodinato con le mollettine che aveva in testa, a tener fermi quei ricci castano ramato. Pelle difana, labbra rosse, occhi ghiaccio. Era un quadro perfetto per una donna che aveva una certa età e che, non come lei, era stata trasformata quando aveva solamente diciotto anni per errore casuale. Una pochette rossa era chiusa tra le mani di lei, dentro di essa vi era la chiave dell' hotel, magnetica e qualche spicciolo che non usava mai. Era avara. Era un suo difetto..avara e possessiva. Piuttosto soggiogava, ma raramente pagava con del denaro qualunque cosa. Molte volte il suo comportamento era stato ammonito da Elijah ma, alla fine, anche lui si era arreso di farle capire cosa era giusto e cosa era sbagliato e quindi lei faceva di testa sua. Con passo lento, elegante e cadenzato, spalle diritte e mento sollevato, da vera donna di un altra epoca, iniziò a camminare per le strade di Mystic Falls. Nulla era come allora, tutto era più moderno e meno decadente, anche se ne passato si viveva decisamente meglio. Avanzò, finquando su una panchina non trovò una coppietta che si scambiava parole dolci. Viktoriya si avvicinò, soggiogò la donna che si voltò dall' altro lato e infine bevve dal ragazzo, facendo attenzione a non sporcarsi il vestito e non ucciderlo. Una volta sazia, ritirò i canini, si pulii le labbra con un fazzolettino di carta e lo buttò nel cestino, lasciando in pace quella coppietta. Ella era di animo poco socievole, piuttosto solitaria, per cui camminò sola finquando non arrivò nella piazza centrale. Guardò le scale della chiesa, salendo con lo sguardo fino a fissare il grande quadrante rotondo dell' orologio. Mezzanotte pensò appena scoccò quell' ora e i rintocchi si fecero sentire per tutta la piazza e lei rimase lì così, ad ammirare l' orologio come se era la prima volta che lo vedeva.

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CAT_IMG Posted on 28/2/2012, 01:10






Patrick Vincent.

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Era incredibile, da piccolo ti insegnato che le storie di vampiri e licantropi non siano altro che vecchie e antiche fiabe per spaventare i bambini, ma io era bambino quando per la prima volta mi ero imbattuto in uno di quei demoni succhia sangue, certo, non avevo detto praticamente a nessuno quello che i miei occhi innocenti avevano visto, quello che mi aveva letteralmente cambiato il modo di vedere il mondo, già, perchè da quella notte dove i miei genitori erano morti qualcosa dentro di me era cambiato.
Quel demone non mi aveva solamente portato via i miei genitori, ma mi aveva letteralmente strappato l'innocenza dell' mia fanciullezza.
Sembrava davvero una storia assurda, ma era così, insomma, lo stesso vampiro che aveva ucciso i miei genitori si era rifatto vivo, quando ormai ero riuscito a buttarmi alle spalle la morte dei miei genitori, e la seconda volta uccise la mia bellissima moglie e il mio bambino, così ora eccomi qui, accanito cacciatore di vampiri, senza più nulla da pedere se non la mia vita, ma anche se fosse successo ormai non mi interessava più, avevo perso tutto e non potevo fare altro se non uccidere tutti i vampiri che mi fosse stato possibile uccidere, quella ormai era la mia missione, uccidere ogni singolo vampiro che si fosse fatto vedere da me.
Così approdai a Mystic Falls, avevo letto delle storie su quel posto, e tutto diceva che era completamente infestato dai vampiri, così ora quella piccola cittadina della Viriginia era diventata la mia zona di caccia.
Quella notte ero proprio a fare il mio lavoro, mi ero messo la solita roba da caccia, jeans neri e stretti in modo da essere rapido, poi una maglietta grigia con sopra una cintura di paletti di legno e qualche granata alla verbene, e infine avevo il mio giubotto in pelle, in mano la pistola carica di proiettili di legno che tenevo accuratamente salda nella tasca della giacca, pronto per estrale al primo segnale di pericolo.
Poi notai una donna con dei lunghi capelli rossi, molto familiari, la seguii stando ben attento a non farmi scoprire, finchè non notai che era quello che non mi sarei mai aspettato che fosse, un vampiro.
La lasciai fare visto che non bevve poi per lungo tempo, sorrisi tra me e me, mentre la notai ferma immobile davanti al campanilie, così tirai fuori la pistola e sparai tre colpi verso la sua schiena, non si udii un gran ruomore grazie al silenziatore, ma lei di sicuro l'aveva udito e anche bene.



Eppure a me l' avete fatto strappandomi dalle mani di mia madre come due mostri di una fiaba dell'orrore.

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CAT_IMG Posted on 28/2/2012, 23:53
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Victoria "Viktoriya" Leclerq
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I dodici rintocchi terminarono ben presto lasciando tutta la città nel silenzio più totale, com' era giusto che ci fosse di notte ma anche di giorno. Viktoriya amava il silenzio, soprattutto quando era sola ma anche in compagnia, così che tutti avessero il loro posto se volevano parlare e respirare. Il silenzio donava calma alla mente e al corpo, la faceva sentire realmente in pace con sè stessa, anche se non aveva nulla da farsi perdonare. Era una vampira che viveva secondo un codice d' onore particolare: non attaccava se non per difendersi, non uccideva le proprie vittime quando beveva e le soggiogava per farle stare bene, facendogli dimenticare, gli umani erano al pari dei vampiri, dovevano coesistere in pace e l' immortalità non andava sprecata rendendola misera e spargendo morti sul proprio cammino. Con gli occhi cristallini e azzurri, ella fissava il quadrante giallo della torre dell' orologio restandone impressionata esattamente come la prima volta che era scesa dalla carrozza in quella piazza. Nel 1840, indossava un abito lilla, la gonna grande ed inombrante, il corsetto che stringeva tanto da toglie il respiro, i guanti lunghi oltre il polso, una collana di perle al collo e un capello con le piume di pavone in testa. I capelli all' epoca erano biondi platino, raccolti in una crocchia elaborata, che gli donava un aria da donna severa ma attraente. Almeno tu non sei cambiato pensò guardando il quadrante finquando non udii dei passi alle spalle e poi dei colpi provenire da una pistola. Viktoriya aveva nove secoli di età, era bella, affascinante e grande osservatrice. Si era accorta dell' uomo che la seguiva fa prima, da quando si era nutrita ed ora non si serebbe di certo fatta sorprendere da dei proiettili. Con velocità sovrannaturale si voltò e mise davanti la mano per ripararsi, lasciando che i tre proiettili di legno gli si conficcassero nelle ossa della mano. Il volto di lei rimase imperturbabile, nessuna smorfia di dolore, anzi solamente un sorriso tra le labra "Volevate forse rovinarmi l' abito di cachemire?" disse voltando il palmo della mano verso sè stessa, guardando i tre proiettili di legno. Era una vera astuzia e minuzia produrre dei proiettili apposta per i vampiri. Pacatamente e quasi in modo elegante, uno dopo l'altro la vampira se li levò tutti e tre dalla carne e poi li porse al suo prorpietario "Tenete" disse infine tornando a voltarsi, ad ammirare il quadrante giallo. L' indomani sarebbe salita fino in cima per vederne i meccanismi dall' interno.

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Patrick Vincent.

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Tutto era assurdo a Mystic Falls, ero lì da un giorno e già avevo incontrato il mio primo vampiro, la donna si era nutrita come se niente fosse, come se era la cosa più normale del mondo, odiavo quei dannati demoni che mi avevano completamente rovinato la vita, uccidendo le persone che più avevo amato nella mia vita, così decidi che quella vampira con i capelli rossi andava uccisa, si non meritavano di vivere, loro erano demoni, dei mostri e nient altro, non credevo alle cavolate che certi vampiri erano buoni, anzi, secondo mai facevano i buoni facevano vedere che amavano, quando invece non sarebbero mai più riusciti ad amare, erano senza anima, niente poteva farmi cambiare idea, così presi la mira e sparai tre colpi contro quella donna, ma come dovevo immaginare si girò prese i proiettili bloccandoli con una mano, e chiedendomi se volessi sporcarle il vestito.
Non avevo realziato subito cosa avevo davanti, ma quando riuscii a farlo restai senza parole, era idientica alla mia defunta moglie, i suoi lineamente erano praticamente identici, così come gli occhi, l' unica cosa che cambiava era il colore dei capelli per il resto era lei.
Restai incapace di muovermi o dir anche solo una parola, non sapevo cosa dire, ne tanto meno cosa pensare, mi diede i proiettili di legno, senza mordermi o uccidermi, il che mi lasciò ancora più stupito, lei averebbe potuto uccidermi con facilità, invece era stata gentile:
Tornò a guardare il campanile, e mi sveglia da quell' incubo, estrassi un paletto di legno e cercai di mirare al cuore, sperando davvero di centralo, e poi dopo qualche secondo di esitazione per prendere la mira partii all' attacco, okay, era una cosa codarda attaccare alle spalle, ma non potevo fare altro, per quanto tutto il mio intero essere gridava di non farle del male, io non potevo rischiare altre vite innocenti perchè una vampira era la copia sputata della mia defunta moglie.


Eppure a me l' avete fatto strappandomi dalle mani di mia madre come due mostri di una fiaba dell'orrore.

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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 15:15
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Victoria "Viktoriya" Leclerq
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La Vampira rimase nuovamente ipnotizzata dinnanzi al quadrante giallo che risplendeva nella notte come se fosse una luna piena, grande e vicina alla superfice terreste. Viktoriya amava terribilmente gli orologi, aveva visto nascere il primo orologio dal creatore stesso e aveva tre magazzini sparsi per il mondo con dentro svariate tipologie di orologi, mentre nella sua villa a Santa Monica aveva un orologio a pendolo per ogni stanza e anche funzionanti. Ella riusciva a distinguere chiaramente ogni rumore dei vari ingranaggi che si incastravano e ruotavano, il ticchettio delle lancette era pari ad una ninna nanna molto piacevole. Inspirò ed espirò fiquando un rumore alle spalle la distasse. L' uomo aveva sfoderato qualcosa dalla cintura e a giudicare dal battito del cuore, era ubriaco ma allo stesso tempo voleva prova il brivido di colpirla. Egli trattene il respiro per un frammento di secondo e Viktoriya compese che stava per colpire, così si spostò facendo andare il colpo dell' uomo a vuoto. La Vampira si materializzò alle spalle di lui "Siete urbiaco, Messere" disse allungando le mani sulla vita di lui, toccando con fare sicuro fino ad arrivare con le dita a slacciargli la cintura che teneva paletti ed altro. "Spiegatemi perchè volete rovinarmi il vestito" disse mentre gli sfilava la cintura e poi spariva per nascondergliela su uno degli alberi della piazza. L' uomo in mano teneva ancora quel paletto, sicuramente non sarebbe stato così sciocco da tentare di nuovo di colpirla, visto che era disarmato, tranne per quello che egli stringeva nella mano. Con passo elegante, su quei tacchi alti e in quel tailleur bianco, da sotto l' albero ad ovest, la Vampira camminò in direzione di lui.

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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 16:33






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Era difficile riuscire a fregare un vampiro, specialemente quando hai bevuto un paio di bicchieri di troppo, loro erano più veloci e più forti di me, ma non avrei mai lasciato che uno di loro si prendesse gioco di me, specialemente dopo quello che mi avevano fatto perdere, si i vampiri mi avevano tirato via ogni cosa, e così ora io volevo ucciderli tutti, infondo non avevo praticamente più nulla da perdere, la mia vita era tornata ad essere vuota da quando quel vampiro aveva ucciso mia moglie e mio figlio, quindi ora ero solamente un vecchio pazzo in cerca di vendetta.
Quando partii per infilare il paletto nel cuore lei si spostò, e il mio colpo andò a vuoto facendomi quasi finire lungo disteso a terra, ma fortunatamente per me e la mia dignità non successe, però allungai il passo in modo da mantenere l'equilibrio, e quando mi voltai mi ritrovai la vampira davanti, che mi chiese se ero ubriaco.
La guardai negli occhi, non sembrava affatto un demone, anzi sembrava a dire il vero un angelo, era uguale a mia moglie, la somiglianza era tale che non riuscii a fare nulla, mi ritrovai senza cintura e a fissare il vuoto nel punto dove avrebbe dovuto esserci la vampira, restai scioccato, avrebbe potuto staccarmi la testa dal collo, ma l'unica cosa che fece fu disarmarmi.
Respirai a fondo aspettando una qualsiasi mossa e la donna arrivo davanti a me non più vicina ma comunque mi stava venendo incontro, chiedendomi perchè volessi rovinarle il vestito.
- Come fai ad essere uguale a lei? -
Dissi stringendo con forza il paletto, non sapevo se avesse attaccato, ma comunque dovevo scoprire il perchè lei era uguale a mia moglie, la guardai sentendo il cuore battere a mille, non per la paura, ma per la sorpresa della sua incredibile somiglianza con lei, non riuscivo a spiegarmi il perchè e avevo davvero bisogno di una vera e propria motivazione.



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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 18:17
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Victoria "Viktoriya" Leclerq
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La Vampira camminò verso l' uomo guardandolo attentamente mentre teneva quel paletto alzato, come se volesse difendersi con esso. Non ci sarebbe mai riuscito, erano poche le persone che potevano competere con Viktoriya, non solo per l' età ma anche per il modo con cui ella maneggiava le armi. Non era il caso di quel momento, visto che non aveva nulla con sè, tranne la piccola pochette scarlatta quando una macchia di sangue che conteneva solamente degli spiccoli e la chiave elettronica dall' hotel dove alloggiava. La Vampira si fermò a pochi centimetri dall' uomo posando una mano su quella di lui che stringeva il paletto, come per fargli capire di abbassarla.

CITAZIONE
- Come fai ad essere uguale a lei? -

Lei? pensò inarcando un sopracilio, guardandolo con interesse. Un uomo che gli rivolgeva delle domande era raro, soprattutto perchè ella non permetteva tanto facilmente alle persone di parlare se prima esse non rispondevano alle sue domande. Piegò la testa di lato squadrandolo dall' alto verso il basso e poi tornando sù, fino al viso di lui. "Non sò cosa state parlando e poi, vi ricordo, siete ubriaco" disse la Vampira portandosi una mano sul fianco "Se volete vi accompagno a casa" aggiunse poco dopo.

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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 22:55






Patrick Vincent.

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Era tutto così strano, probabilmente ero fin troppo intontito dall' alcol, probabilmente da lucido quella vampira non sarebbe mai stata identica a mia moglie, ma comunque le assomigliava davvero e non potevo fare proprio nulla, in quella demone io vedevo lei, era incredibile ma era così.
Si avvicinò, io ero incapace di muovermi, parlaizzato completamente, sentii chiaramente la mano della vampira sulla mia, quella che teneva il paletto, come se volesse dirmi di abbassarlo, non lo tolse dalla mia mano, anzi lo lasciò lì pur sapendo che quello poteva ucciderla, lasciai cadere il paletto per qualche stupida ed insulsa ragione, come sapessi che di lei potevo fidarmi, quando in cuor mio sapevo che non potevo farlo, era una vampira e io ero un cacciatore di vampiri, eppure in lei non vedevo un demone, tutt'altro vedevo vita.
Mi disse che non sapeva di cosa io stessi parlando, dicendomi di ricordarmi che ero ubriaco, chiendendomi se volevo che mi riportasse a casa, la guardai restando immobile senza mai togliere i miei occhi dai suoi, era incredibile, quasi non voleva credere a quello che avevo davanti.
- Non voglio andare da nessuna parte. -
Dissi quasi con tono dolce, come potevo parlare così ad un demone, io che per primo volevo la loro estinzione?
Mi allontanai da lei facendo qualche passo indietro, non sapevo che pensare ero confuso, troppo confuso, mi misi a sedere a terra, tirando fuori una fiaschetta con dentro del whisky iniziando a bere e distogliendo lo sguardo da quella donna.



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CAT_IMG Posted on 29/2/2012, 23:51
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Viktoriya rimase a fissare l' uomo. Egli la guardava come se fosse una specie di fantasma del passato, come se l' avesse già vista, ma allo stesso tempo teneva il paletto tra le mani, come per fargli capire che la considerava anche un mostro. Infine quell' uomo fece cadere il paletto per terra, la Vampira fissò quel pezzo di legno ma alla fine decise di non distruggerlo. Era solo un uomo ubriaco che probabilmente delirava a causa dell' alcool.

CITAZIONE
- Non voglio andare da nessuna parte. -

Quelle parole la colpirono, non tanto per il significato ma quanto per il tono con il quale erano state dette. Aveva usato un tono malinconico ma anche dolce e poi si era voltato per camminare, con passo traballante, fino a sedersi per terra, sull' erba verdiccia a bere da una fiaschetta. Viktoriya lo osservò quasi con malincuore. Probabilmente aveva subito una perdita per comportarsi in quel modo e soprattutto..si era sedudo sul prato! Voleva proprio fargli sporcare l' abito. La Vampira si avvicinò ad egli ferandosi alle spalle, restando in piedi "Quella fiaschetta non vi aiuterà" disse infine, mentre poi con uno scatto, lo prese in braccio e con la velocità di un vampiro, prima che gli si rendesse conto di qualunque cosa si ritrovarono nella suite che si era fatta dare dal receptionist, pagando il massimo. L' albergo purtroppo non era di grandi dimensioni per cui quello era il massimo della lussuosità, ma Viktoriya aveva spirto di adattamento per cui non si lamentava. Rimise per terra l' uomo, posandolo sul tappeto della propria stanza, andando a chiudere la porta a chiave. "Dovete farvi una doccia e riposare perchè quello.." disse indicando la fiaschetta "..non è il modo di affrontare la vita" concluse infine, posando la propria pochette sullo scrittoio, sedendosi poi sulla poltrona, accavallando le gambe.

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CAT_IMG Posted on 1/3/2012, 16:19






Patrick Vincent.

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Era tutto troppo e dannatamente assurdo, probabilmente ero solo in una specie di illusione dovuto dall' alcol, ero riuscito a fare quello che mi ero ripromesso di non fare mai e poi mai, ovvero risparmiare un vampiro, per lei sarebbe stata troppo, non sarei mai riuscito ad ucciderla, sarebbe stato come uccidere nuovamente mia moglie, per quanto sapessi che era sbagliato lasciarla in vita non potevo nemmeno pensare di ucciderla, non dopo averla vista in volto, era troppo assurdo, decisamente troppo.
Mi voltai dandole le spalle, non avevo molto da perdere, e probabilmente se mi avrebbe ucciso non avrebbe fatto altro che farmi un piacere visto che ormai non avevo nulla per cui vivere.
Quando mi misi a sedere a terra la vampira si avvicino a me, mi disse che quella fiaschetta non mi avrebbe aiutato, la guardai negli occhi come per dirle di farsi i fatti suoi, ma prima che potessi anche solo replicare sentii lo stomaco fare un capriola, tutto si mosse veloce, troppo veloce, e in men che non si dica mi ritrovai seduto su di un tappo in un suite, non avrei mai pensato che i vampiri potessero essere davvero così veloci, ci misi qualche secondo per calmare il mio cuore che stava minacciando di uscire dal petto.
Mi disse che dovevo farmi una doccia e riposare, dicendomi che l'alcol non era il modo giusto per affrontare la vita, la guardai iniziando a ridere per poi scuotere la testa.
- Sai non è divertente vivere quando uccidono i tuoi genitori davanti ai tuoi occhi innocenti, e quando lo dimentichi uccidono tua moglie e tuo figlio, e sempre per colpa di quelli come te, voi siete dei demoni. -
Le dissi guardandola tra il rabbioso e il dolce, infondo non potevo essere arrabbiato con il viso che aveva.



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CAT_IMG Posted on 2/3/2012, 18:35
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Victoria "Viktoriya" Leclerq
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Viktoriya guardò l' uomo evidentemente spesato e seduto sul tappeto colore cremisi che giaceva tra il letto e la porta d' ingresso. La Vampira appoggiò la schiena alla poltrona, mettendosi comoda, anche se aveva sempre quell' atteggiamento piuttosto snob e distaccato. Posò le mani sui braccioli e infine il gomito destro, appoggiando la guancia al palmo, sostenendo il peso della testa. Lo osservava come si poteva osservare un animale in gabbia, come se ne volesse studiare le singole macchie, le striature, le tonalità del pelo o altro, solo che egli era un uomo e quindi osservava i vestiti, i tratti del viso, lo sguardo, capelli e mani. Doveva essere un uomo sulla quarantina, circa. Viktoriya ne aveva conosciuti parecchi di uomini ma a pochi ella si era donata, soprattutto era una buona osservatrice e psicologa per cui prima valutava sempre tutto e tutti.

CITAZIONE
- Sai non è divertente vivere quando uccidono i tuoi genitori davanti ai tuoi occhi innocenti, e quando lo dimentichi uccidono tua moglie e tuo figlio, e sempre per colpa di quelli come te, voi siete dei demoni. -

"Oh suvvia.." disse con un cenno della mano, fermandosi poi a guardarsi le unghia smaltate di rosso intenso, perfettamente curate. "Ho vissuto nove secoli dopo che, voi umani, avete ucciso i miei fratelli, mio padre e mia madre" rispose altezzosa come sempre. Poi con uno spostamento dell' aria apparii di fronte ad egli, seduta sul pavimento "Chi è, dunque, la razza mostro tra noi due. Me o voi?" domandò guardandolo dritto neglli occhi.

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